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Curiosita

Cashback Italia, come funziona e perché non ha avuto successo?

Nel periodo che va dal dicembre fino al primo luglio 2021, c’è stato in Italia il cashback. Una misura che doveva essere rivoluzionaria che, però, è stata fin troppo burocratizzata, come spesso succede nel nostro paese.

In cosa consisteva il cashback Italia e perché non ha avuto il successo che, forse, chi lo aveva ideato si aspettava?

Ecco tutto ciò che bisogna sapere al riguardo.

Che cos’è il cashback di stato

Il cashback di stato è stata una misura introdotta nel dicembre 2020 e valida fino al 30 giugno 2021, dato che a partire dal primo luglio dello stesso anno è stato praticamente abolito.

Quello del periodo natalizio è stato un primo viatico verso una misura che doveva essere un argine al pagamento in contante. In realtà, però, non ha soddisfatto fino in fondo.

Si trattava, in pratica, di un rimborso del 10% – fino a un massimo di 150 euro, quindi per un limite di 1500 euro di transazioni – per tutte le spese che sono state fatte attraverso un sistema digitale, cioè ad esempio il bancomat.

Era nato come un sistema per incentivare le persone a spendere nei negozi fisici, visto che non era valido per i pagamenti effettuati attraverso gli e-commerce.

A partire da gennaio, però, i 150 euro di tetto massimo da mensili sono diventati semestrali e, quindi, se da un lato è più semplice arrivare al massimo della soglia disponibile (per avere 150€ a Natale le persone avrebbero dovuto spendere 1500€, più di uno stipendio base di un operaio), dall’altro, facendo un rapido conto, si trattava di 25 euro al mese di guadagno (150:6=25).

Inoltre, a ciò va aggiunto anche che si era previsto un supercashback di 1500 euro, ogni sei mesi, per i centomila italiani che avrebbero effettuato il maggior numero di acquisti tramite carta.

Come funziona il cashback

Per attivare il cashback prima di tutto era necessario scaricare l’app IO e, da lì, caricare i dati della propria carta. Era necessario avere lo SPID per attivare il cashback e far entrare in funzione l’app.

Una volta fatto questo, se fosse stato tutto ok, si poteva pagare tranquillamente con la carta e in via del tutto automatica, il sistema avrebbe fatto i conteggi per poter, così, valutare sia in che posizione si trovava il contribuente e sia a quanto ammontava il rimborso.

A partire dall’app IO che, comunque, sono sorti i problemi che hanno decreto la morte di questo sistema. Problemi che analizzeremo nel prossimo paragrafo.

Perché non ha funzionato il cashback

Premessa: il cashback di stato è diverso dal normale cashback, come quello di bestshopping.com ad esempio. Infatti, se nel primo caso c’era tutta una procedura burocratica da fare e i soldi doveva restituirli lo Stato, nel secondo non ci sono troppi step da attivare e, comunque, a restituire il 10% è un’azienda privata.

Al di là di questo, però, i motivi per cui non ha funzionato il cashback sono diversi.

In primis c’era il problema dell’app. Un’app che, secondo molti, aveva diverse lacune riguardante la privacy, tanto che c’erano state innumerevoli polemiche sul fatto che raccoglieva più dati perfino dell’app Immuni, quella che serviva per fare tracciamento e arginare il Covid-19.

Inoltre, comunque, ancora oggi, gran parte degli italiani sono poco avvezzi all’uso del digitale e preferiscono pagare in contanti. Senza fare tanti giri di parole, ci sono interi pezzi di paese che si ergono proprio sul sommerso.

Probabilmente, anche la tempistica non è stata delle migliori, considerando che in quel periodo tanti avevano perso il lavoro e chi ce l’aveva, salvo i dipendenti pubblici, ha rischiato di perdere moltissimo potere d’acquisto. Quindi, pur volendo, non aveva proprio la ‘materia prima’ per partecipare al cashback di Stato.

In ultimo, il fatto che il sistema era facilmente aggirabile. Nel senso che per avere i 1500 euro e rientrare tra i 100mila italiani, infatti, si conteggiava semplicemente il numero delle operazioni.

Ebbene, come testimoniato da numerose inchieste, tanti cittadini facevano mini operazioni da un centesimo in modo da scalare la classifica. Un modo che, comunque, ha fatto sì che tanti di loro di disaffezionassero a un sistema il quale se organizzato in maniera differente sarebbe potuto diventare strutturale.