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Diventare insegnante, cosa fare dopo la laurea: tutti gli step

La professione di docente è ambita da molti laureati e diplomati, soprattutto coloro che rientrano nella categoria ITP (Insegnante Tecnico Pratico). Tuttavia, diventare un docente non è un processo semplice e richiede di soddisfare requisiti che vanno oltre il possesso del titolo di studio richiesto per una specifica classe di concorso. Infatti, a differenza del passato, oggi per intraprendere questa carriera è necessario fare un importante investimento economico prima di iniziare a lavorare. In primo luogo, è fondamentale verificare, sia in modo autonomo che con l'aiuto di un sindacalista, se la laurea ottenuta richiede ulteriori integrazioni in termini di Crediti Formativi Universitari (CFU). Purtroppo, nella maggior parte dei casi, chi aspira a diventare docente dovrà sostenere dai due a cinque esami ulteriori, almeno.

Il sistema dei crediti per l’insegnamento: Dopo aver superato gli esami, il futuro docente dovrà informarsi riguardo ai CFU da conseguire (60, 36 e 30) che sostituiscono i precedenti 24 CFU nelle materie socio-psico-pedagogiche. L'attuale sistema non solo permette di acquisire conoscenze e competenze in questi settori, ma anche di acquisire competenze utilizzabili nel mondo del lavoro. La necessità di riconsiderare il sistema dei Crediti Formativi rispecchia l'eterogeneità che abita in tutte le classi di tutti i gradi scolastici. Infatti, il numero di alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES) è in costante aumento, e molti docenti, soprattutto quelli alle prime armi, spesso non sono consapevoli di cosa sono i bes e di quanto sia importante la formazione mirata per imparare gli strumenti, le strategie e le metodologie necessarie per promuovere una vera inclusione.

I master per gli insegnanti: L'acquisizione di questi ulteriori crediti costituisce solo un punto di partenza. La professione di docente e il suo ruolo cruciale nel promuovere la costruzione di un ambiente di apprendimento inclusivo richiedono un impegno costante nella formazione continua. A questo proposito, un'opzione valida è considerare la partecipazione a numerosi master di primo o secondo livello in materia, come quelli dedicati ai nuovi ambienti di apprendimento, alle metodologie didattiche innovative, ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento o sulla didattica innovativa. Questi programmi possono essere seguiti presso università statali o telematiche, il che offre una maggiore flessibilità a docenti o futuri docenti che potrebbero avere difficoltà a partecipare in presenza a causa della distanza geografica o degli impegni di lavoro. Le università che adottano una metodologia e-learning, come ad esempio l’Università Telematica Niccolò Cusano, si caratterizzano per la possibilità di erogare lezioni a distanza, mediante piattaforme accessibili in ogni momento della giornata, garantendo a tutti la possibilità di conseguire un titolo post-laurea.

Conseguita la laurea, gli esami integrativi e gli ulteriori CFU richiesti dal MIM (Ministero dell’Istruzione e del Merito), il docente potrà valutare la possibilità di conseguire ulteriori attestati o titoli che danno diritto ad “accumulare” dei punti che permetteranno al docente di avere una posizione più elevata in graduatoria. Purtroppo, per poter insegnare, non basta tutto questo. Un elemento indispensabile è l’inserimento nelle GPS (Graduatorie Provinciali di Supplenza), questo da diritto ad inserirsi, nelle graduatorie della provincia scelta, e di essere convocati da GPS (ad opera dell’USP – Ufficio Scolastico Provinciale) o da GI (Graduatorie di Istituto). Nel primo caso il docente potrà ambire ad una supplenza al 31 agosto o al termine delle attività didattiche (30 Giugno), nel secondo caso si avranno supplenze al 30 giugno o brevi ( di qualche settimana o mese, o fino al termine delle lezioni).

Infine, un’altra modalità per accedere all’insegnamento, dopo aver conseguito la laurea, gli esami ulteriori, il riconoscimento dei crediti formativi, 60, o 36 o 30 CFU, è il concorso a cattedra o per il sostegno. In questo caso, i docenti o aspiranti tali che superano le prove potranno accedere direttamente all’insegnamento con contratto a tempo indeterminato. Ovviamente, questo non esenterà il professionista della formazione continua in quanto, come previsto dal Ministero, il docente è tenuto ogni anno a conseguire un numero di ore necessarie e obbligatorie per la formazione.