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Biotecnologie tradizionali e innovative

Le biotecnologie tradizionali e innovative contribuiscono a indirizzare la scienza verso il futuro tramite studi approfonditi. Scopriamo insieme quali sono le differenze principali tra le due categorie. Al tempo stesso, è possibile conoscere fino in fondo questo argomento dando un’occhiata agli articoli pubblicati sul sito Internet Tech4future.info.

Biotecnologie: cosa sono e come definirle

Prima di effettuare qualsiasi distinzione tra le biotecnologie tradizionali e quelle innovative, bisogna sapere di cosa stiamo parlando. In linea di massima, le biotecnologie nascono dall’unione di biologia e tecnologia e mescolano l’uso di attrezzi tecnici e lo studio degli esseri viventi. L’obiettivo principale di una simile disciplina è quello di trarre informazioni utili da varie sostanze di piccole dimensioni, con la prospettiva di dare vita a composti destinati a vari utilizzi.
Al giorno d’oggi, fare a meno della biotecnologia risulta pressoché impossibile. Essa racchiude tutte quelle applicazioni di carattere tecnologico che si affidano a sistemi biologici, con fini ben precisi. Dall’analisi di particelle minuscole a diversi tipi di test scientifici, le biotecnologie tradizionali e innovative vanno messe in pratica per diverse motivazioni. Ecco le loro relative differenze.

Cosa sono le biotecnologie tradizionali

Partiamo dalle biotecnologie tradizionali, che poco hanno a che fare con un discorso relativo al passato o al presente. Infatti, stiamo parlando di una serie di studi condotti in porto su scoperte tangibili, ossia sulla conoscenza e sull’approfondimento di elementi già presenti in natura. Tali elementi vengono utilizzati da svariati millenni e si basano su cellule animali o vegetali, batteri e lieviti. Il loro utilizzo è notevolmente antecedente rispetto alla nascita della biologia e della biotecnologia stesse.
Ormai le biotecnologie tradizionali non sono più sufficienti ad analizzare fino in fondo determinati fenomeni, nonostante mantengano una certa rilevanza generale. Non basta più analizzare un prodotto, ma è necessario andare oltre e scoprire come sia nato e da quali altri elementi sia stato generato. Ed è così che le biotecnologie innovative hanno acquisito un’importanza sempre più elevata, fino a diventare imprescindibili in qualsiasi ambito scientifico.

L’importanza straordinaria delle biotecnologie innovative

Le biotecnologie innovative traggono spunto dalla biologia molecolare e dalla genetica in tutte le sue forme. Esse possono essere applicate in numerosi ambiti scientifici di primo piano, dalla farmacologia all’ambiente, dall’agricoltura alla diagnostica. La loro nascita risale intorno alla metà del Novecento e la loro crescita ha segnato il progresso scientifico, fino a raggiungere dimensioni davvero fuori dal comune.

Ci pensò il medico britannico Frederick Griffith a comprendere la possibile trasformazione di alcuni microrganismi. Mentre stava sperimentando un vaccino per prevenire la polmonite, diede il via ad una ricerca scientifica sempre più spasmodica. Fu così che ancora oggi viene considerato come l’autentico progenitore dell’ingegneria genetica così come la conosciamo oggi, con la conseguente scoperta della struttura del DNA e del patrimonio genetico.

È proprio quest’ultimo elemento a segnare una netta differenza tra le biotecnologie tradizionali e quelle innovative, senza il quale non ci sarebbe mai stato questo passaggio fondamentale.